Sara Lando (bruko), esperto ufficiale Canon, commenta "Occhi da orientale"
Sara Lando, giovane ed affermata fotografa italiana, (dal suo blog) vive tra la ridente Bassano del Grappa e Milano, dove si guadagna da vivere come Nano-piu’-grande-del-mondo in un circo itinerante. Vive con un videogiocatore pirata e due coniglie psicotiche (di cui una senza denti e una innamorata del suo fidanzato) che cercano costantemente di ucciderla e un coniglio di pezza che sa dare ottimi consigli.
In collaborazione con Corso di Fotografia Digitale De Agostini, ed in veste di esperto ufficiale Canon, commenta le foto degli utenti fornendo preziosi consigli.
Ecco la recensione alla mia foto "Occhi da orientale"...
A David piace lavorare poco e ha scelto una modella carina. Possiamo biasimarlo? direi di no!
I fotografi sono essenzialmente esseri pigri (o almeno io sto cercando di far passare l'idea che sia una caratteristica professionale accettabilissima e molto comune).
Ma serve a poco un bel viso se non si sa cogliere un'espressione rilassata e interessante e il merito va condiviso equamente tra la genetica e la capacità di chi scatta la foto di mettere a proprio agio chi si trova di fronte all'obiettivo, dando indicazioni chiare senza far irrigidire il soggetto con una serie di spazientiti "no, non così! Arrotati! guarda di qui! Più in alto il mento...
Questa settimana per l'angolo dell’esperto, andiamo a guardare da vicino il ritratto di una modella scattato da David La Tache .
Occhi da orientale è un'immagine d'effetto, che è stata inquadrata, scattata e post prodotta con una certa cura.
Andiamo a vedere prima di tutto cosa funziona:
1) la modella. A David piace lavorare poco e ne ha scelto una carina. Possiamo biasimarlo? direi di no. I fotografi sono essenzialmente esseri pigri (o almeno io sto cercando di far passare l'idea che sia una caratteristica professionale accettabilissima e molto comune).
Ma serve a poco un bel viso se non si sa cogliere un'espressione rilassata e interessante e il merito va condiviso equamente tra la genetica e la capacità di chi scatta la foto di mettere a proprio agio chi si trova di fronte all'obiettivo, dando indicazioni chiare senza far irrigidire il soggetto con una serie di spazientiti "no, non così! Arrotati! guarda di qui! Più in alto il mento!!"
2) il punto di vista. scegliendo un'inquadratura leggermente dall'alto, David ha saputo riempire quasi tutto il fotogramma con il viso della modella, portando l'attenzione nel punto più importante di un ritratto: gli occhi.
Cercate sempre punti di vista insoliti e interessanti. Il più delle volte il risultato sarà solo strano e un po' stortignaccolo, ma non desistete: qui e lì ci saranno degli scorci interessanti e con il tempo e l'esperienza vi risulterà molto più facile capire ad istinto gli angoli migliori.
E comunque state scattando in digitale, non avete nemmeno la scusa del costo della pellicola.
3) la profondità di campo. Il fuoco è sugli occhi, che sono il centro dell'immagine e il resto va a sfumare, diventando sfondo
4) la palette cromatica. I vestiti, i gioielli e i capelli non "rubano la scena" allo sguardo, non creano aree di disturbo. Sarebbe stato lo stesso con una maglietta giallo fluorescente?
Controllate sempre tutto, nell'inquadratura. E se qualcosa vi infastidisce, spesso è più facile rimuoverlo in fase di scatto che in post produzione (parlo di eventuali orologi o orecchini, non della maglietta!)
5) la luce, che è diffusa e morbida senza però essere completamente piatta. David, a occhio e croce, un pochettino ha barato: la pelle del viso sembra essere stata ritoccata abbastanza, anche se con una buona mano e senza esagerare.
(David, fai attenzione quando cancelli le aree del livello sfumato, soprattutto attorno alle sopracciglia e alle punte delle ciglia).
L'ombra delle perle della collana ci dice che la luce non era così morbida come sembrerebbe guardando il viso e possiamo dedurre che c'erano delle ombre (sotto l'occhio sinistro della modella) più scure che ha dovuto schiarire in post-produzione.
Ma è davvero necessario fotoritoccare sempre molto la pelle delle modelle, quando si fanno scatti di questo tipo?
La risposta, ormai lo sapete, è: "dipende".
Avere a disposizione un buon makeup artist è molto d'aiuto (ricordatevi che un trucco che in foto sembra naturale dal vivo è pesantissimo, soprattutto sugli occhi), soprattutto perchè una buona base di fondotinta e correttore può risparmiare ore di lavoro e la cipria è un'invenzione venuta dal cielo che toglie le aree lucide.
Non sempre però è possibile avere un truccatore professionista a nostra disposizione.
Ma possiamo sempre fare attenzione alla direzione della fonte luminosa e alla sua grandezza.
Per farvi capire cosa intendo, ho preso un pezzo di cartoncino e l'ho bucherellato con una penna.
È la cosa più vicina a dei brufoletti che mi evita di dover usare i miei per farvi l'esempio:Se andiamo a illuminarli lateralmente faremo sì che la carta nei punti in cui è sollevata proietti un'ombra su se stessa.
Se quella fosse la vostra pelle, voi adesso mi odiereste.
Rughe, brufoletti, occhiaie vengono evidenziati tantissimo e potete aggiungere 10 anni al vostro soggetto senza accorgervene quasi.
Da ricordare se qualcuno vi fa uno sgarbo.
Se io avessi usato una luce dura (cioè il flash senza il softbox), le ombre sarebbero state ancora più nere e marcate.
Oltretutto con una luce di questo tipo c'è anche un altro problema: per non bruciare le zone molto illuminate, l'immagine deve essere mantenuta un pò sottoesposta e la sottoesposizione è nemica della pelle.se mettiamo la luce perfettamente frontale, tutte le asperità si appiattiscono all'istante. I segnetti neri che ancora si vedono dipendono dal fatto che ho forato la carta perchè avevo fretta di fare le foto e quindi vedete l'ombra che proiettano sul muro.
Avrei potuto usare un altro cartoncino, ma i fotografi sono esseri molto, molto pigri.
Sul serio!
Se non avete un softbox, potete comunque usare una finestra con una tenda davanti e piazzarci la vostra modella di fronte: et voilà! Luce morbida a costo zero.
E se siete in esterni con il sole di mezzogiorno? usate un pezzo di tessuto bianco teso sopra la testa della modella per avere un pannello diffusore che funzioni come un softbox.
Non lasciate che la luce decida per voi come scattare le vostre foto: controllatela, imbrigliatela e fatele fare quello che volete voi!
Spesso però sarebbe difficile mettere la luce perfettamente frontale (soprattutto perché per scattare dovremmo piazzarci davanti alla lampada, facendo ombra sul soggetto).
La soluzione è nelle noiosissime lezioni di trigonometria che avete ignorato pensando che non vi sarebbero mai servite a niente (e invece il biliardo e la fotografia sono due ottime scuse per limarsi le unghie nelle ore di latino, invece che in quelle di matematica).Questo tipo di set, con una softbox frontale dall'alto e un pannello riflettente dal basso (l'obiettivo della macchina si infila nella fessura lì in mezzo, per scattare) è usatissimo in tutti i servizi di beauty e dà una luce uniforme e una pelle fantastica. Il pannello serve per schiarire le ombre, ma essendo meno potente di una seconda lampada, fa in modo che sia mantenuta una certa profondità.
E ora, l'angolo della (piccola) critica alla foto di David:
il fotoritocco sugli occhi è un po' troppo evidente (probabilmente anche per un occhio meno esperto del mio) e secondo me finisce per togliere forza ad un'immagine che sarebbe stata notevole.
Per farvi capire il problema, non avendo a disposizione l'originale, userò un frammento di un'altra fotoPer inciso: la pupilla vi rivela sempre che luci sono state usate: in questo caso potete vedere il riflesso di un softbox posto quasi frontale e leggermente dall'alto.
Ma torniamo a noi: i capillari rossi non sono l'ideale in uno scatto come questo e se l'immagine è molto nitida rischiano di essere molto evidenti.
Qui non sono nemmeno eccessivi, ma a volte le persone hanno dei capillari più evidenti o un colore del bulbo oculare un po' giallastro.
La tentazione di dare una sbiancata generale (prima togliendo con il timbro clone le vene e poi lavorando sui livelli o usando il pennello scherma) è forte e all'inizio sembra che possa essere la soluzione ideale.
Ci sono diversi tutorial che insegnano anche a evidenziare con l'uso del pennello brucia e scherma le aree della pupilla, portandola molto in evidenza.
Il tipo di lavoro che ha fatto David è simile a questo:Il bianco diventa superbianco, la pupilla viene ingrandita, il bordo dell'iride scurito leggermente, l'iride saturato e schiarito.
Soprattutto sull'occhio destro, però, questa operazione ha eliminato eccessivamente le ombre, e l'effetto è piuttosto finto.
Mezzo passo indietro sarebbe stato ideale (come sempre, se state lavorando su livelli duplicati, è sufficiente diminuire l'opacità di livello per ammorbidire un po' la lavorazione).Ricordate che in una buona foto, la post-produzione è come un trucco elegante e naturale: non si deve notare, ma spesso ci vogliono ore per farlo come si deve...
anche per questa settimana è tutto!
Buone foto a tutti!
4 comments :
ops... ti ho rovinato il lavoro!! :(
ahahah, figurati! anzi, probabilmente quella foto non sarebbe stata presa ad esempio! ero consapevole dei difetti che presentava l'immagine nel suo complesso, ma questa è stata una buona occasione per poter imparare qualcosa in più... don't worry, be happy! ;-)
cazzo dav queste si che sono soddisfazioni
@ Bau: in effetti sono molto soddisfatto, sebbene mi abbia "distrutto", fotograficamente parlando, è stata l'occasione per ricevere ottimi consigli da una grande professionista del settore.
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